Le prime testimonianze delle vendemmia risalgono al 10.000 a.C. nella regione storica del Medio Oriente definita Mezzaluna Fertile, per le caratteristiche rigogliose del suolo, solcato dai quattro grandi fiumi Nilo, Giordano, Tigri e Eufrate.
Il momento vendemmiale si inseriva in una cerimonia religiosa di ringraziamento agli dei per i frutti che la terra offriva all’uomo.
Un vero e proprio rito sacrale era anche per gli antichi romani, che il 19 agosto celebravano la Vinalia Rustica.
Questo era il nome della festa in onore di Giove che segnava l’inizio della vendemmia.
La raccolta avveniva manualmente e le uve, adagiate in piccoli recipienti venivano poi raccolte nelle lacus vinaria, vasche in cui avveniva la pigiatura.
L’evento portava alla sospensione di tutte le altre attività, per dedicarsi interamente alla raccolta e ai momenti celebrativi e di condivisione familiare e sociale che ne seguivano.
La vendemmia ha conservato queste caratteristiche di sacralità fino alla metà del secolo scorso.
In Val Trebbia la vendemmia gode di uno scenario unico che riflette l’essenza di un territorio dalle risorse preziose e dalle caratteristiche irripetibili.
Sono infatti i fattori ambientali e climatici a determinare la qualità dei vini prodotti, a conferma della forte vocazione vinicola della vallata.
La vendemmia conserva il suo significato più profondo, costituendo un’occasione unica per riscoprire i profumi della terra, il piacere di stare insieme, nell’attesa di poter gustare i frutti che la natura offre, i nuovi vini, che diventeranno i graditi protagonisti di occasioni conviviali.